CIRCOLARE 027/2002 DEL 20 SETTEMBRE 2002

 

REGISTRI: PRECISAZIONI SULLA LORO REGOLARE TENUTA

In riferimento alla recente Circolare ministeriale n. 64/E del 30.07.02, sono emerse alcune contraddizioni con la Risoluzione ministeriale n. 85/E-2002. Di seguito, ad integrazione anche della recente circ. 26, ci è sembrato opportuno segnalare le incongruenze e le eventuali soluzioni elaborate dalla dottrina, in attesa di una ulteriore e si spera più precisa indicazione ministeriale.

1.- INDICAZIONE DELL’ANNO SUL REGISTRO

Con la circolare n. 92/2001 e la risoluzione n. 85/2002 il Fisco aveva chiarito che la numerazione del libro giornale, degli inventari e dei registri obbligatori Iva e imposte dirette, non bollati e non vidimati facoltativamente dal contribuente, doveva essere effettuata progressivamente per ciascun anno, con l’indicazione, pagina per pagina, dell’anno a cui si riferiva. Così ad esempio, per il 2002 la numerazione andava eseguita secondo la seguente progressione: 2002/1, 2002/2, eccetera.

Erano però sorti dei dubbi in merito all’anno da indicare sui registri. Non va infatti dimenticato che in presenza dell’obbligo di bollatura e vidimazione (e dunque prima dell’entrata in vigore della legge 383/2001) l’anno di riferimento era immediatamente individuabile nell’anno di vidimazione: i registri vidimati nel corso del 2000, dunque, dovevano recare l’indicazione del medesimo anno. Non essendovi più l’obbligo di vidimazione, era dunque necessario dare una chiara soluzione al problema dell’anno da riportare in sede di numerazione.

Sul punto è intervenuta proprio la circolare 64/E dello scorso 30 luglio, secondo la quale l’anno da indicare sui registri è l’anno a cui fa riferimento la contabilità e non quello in cui è effettuata la stampa delle pagine.

Esempio

Se nel 2003 viene stampata la contabilità relativa al periodo d’imposta 2002, la numerazione dovrà essere effettuata secondo le seguenti modalità: 2002/1, 2002/2 e così via, indipendentemente dall’anno in cui si effettua la stampa del libro, vale a dire l’anno 2003.

La Risoluzione n. 85/02 invece intendeva per anno "il momento in cui si utilizza la pagina" (quindi, stampa dei registri nel 2003 di operazioni riferite all'anno 2002, indicazione dell'anno 2003 sul registro), in contrasto con quanto affermato nella Circolare 64/E/2002. Il contrasto è evidente, non tanto per le scritture di periodo (01.01 - 31.12) - per il contribuente stampare i registri o con l'anno di riferimento o con l'anno di stampa non sembra una grossa complicazione - quanto per le scritture di chiusura di esercizio, eseguite con riferimento al 31.12, ma di fatto registrate durante l'anno successivo. In questo caso appare opportuno un chiarimento ministeriale, anche se sembra più logico stampare le scritture di chiusura nell'anno di esecuzione (ossia scritture di chiusura esercizio al 31.12 su registri indicanti l'anno 2003).

In ogni caso, quanto espresso nella Risoluzione 85/E/02 - in senso conforme Assonime n. 26/02 - appare in linea con le regole di una ordinata e corretta contabilità. Pertanto, per la numerazione delle pagine si dovrebbe fare riferimento all'anno nel corso del quale i libri contabili sono messi in uso, mentre nessuna rilevanza avrà la data di riferimento dell'operazione oggetto di registrazione contabile. In via esplicativa, se nel 2003 viene stampata la contabilità relativa al periodo d'imposta 2002, la numerazione dovrà essere effettuata con le consuete modalità (e quindi 2003/1, 2003/2, ecc.), indipendentemente dal periodo a cui si riferisce la contabilità.

2.- Le marche "valgono" per 100 pagine

La scomparsa dell’obbligo di vidimazione ha modificato anche le regole sull’imposta di bollo dovuta per i libri contabili. Perciò:

  1. i soggetti che pagano la tassa sulle concessioni governative per i libri sociali (309,87 euro o 516,46 euro) pagano ora un’imposta di bollo di 10,33 euro ogni 100 pagine o frazione di 100;
  2. gli altri soggetti subiscono invece un aumento dell’imposta a 20,66 euro.

Sul pagamento dell’imposta di bollo per il libro giornale e per il libro degli inventari mediante apposizione di marche, con la risoluzione n. 85 del 2002 era stato chiarito che la stessa andava versata per le pagine effettivamente utilizzate. Sempre la circolare 64/E, ha comunque precisato che le marche vanno applicate ogni 100 pagine – o frazione o multipli di cento – effettivamente utilizzate, indipendentemente dall’anno cui si riferisce la numerazione progressiva.

Esempio

Nel caso in cui il libro giornale con le scritture dell’anno termini alla pagina numero 2002/90, l’imposta di bollo, assolta con marche applicate sulla pagina 2002/1, deve ritenersi assolta anche per le prime dieci pagine dell’anno 2003. Pertanto, le nuove marche dovranno apporsi sulla pagina 2003/11, ossia sulla centounesima pagina del libro giornale.

Ebbene, a fronte di un ridotto risparmio d'imposta si crea quanto meno una complicazione, in quanto le pagine non utilizzate in un anno, non possono essere utilizzate per l'anno successivo (secondo la circolare 64/E) e quindi dovrebbero essere annullate. L'indicazione ministeriale appare comprensibile solo per le aziende che stampano i registri in concomitanza con le scritture. Comunque sia, anche in considerazione del modesto risparmio fiscale che si otterrebbe seguendo le indicazioni ministeriali, si ritiene più prudente usare comunque una marca ogni 100 pagine, senza considerare l'effettivo impiego delle stesse.